Tristemente, nonostante il nome, la Veriluola non è un pesce dell’acquitrino Ferrarese
Siccome non ho molta voglia di cercare in mezzo al casino degli ultimi acquisti (purtroppo comunque ormai datati) colgo l’occasione per recensire al volo le cagate che le etichette mi propongono via newsletter quando trovano il mio indirizzo nelle altre newsletter con i destinatari in chiaro. Per qualche motivo, sono finito in lista di questa Nameless Grave che ha un logo figo tutto bavoso e dice che questi Visciola, no spe VERILUOLA suonano Black/Death con influenze Archgoat. Io non so che si sono bevuti lassù, forse l’esbiotrina liquida per le zanzare ma questo è il miliardesimo gruppo con atmosfere distanti e sinfoniche di scuola olandese/slava come se ne sono sentiti per decenni. Che la capacità compositiva sia sensibilmente superiore a quella dei gruppi anni ’90 è ormai scontato visto che chi finisce su vinile ormai non ha più diciassette anni in media, ma tra saper comporre e far qualcosa di memorabile ne passa. Sta roba ormai mi sembra sempre più musica di sottofondo. E poi non il contorno nero sul titolo rosso, dio cane, che manco la No Colors.
E vabbè lo devo ammettere ho un piccolo posticino nel mio cuore per i Nasty Savage perché quando ero piccolo Nasty Ronnie era un po’ un mio idolo a livello di outfit, borchiato come un guerriero postnucleare alla Mad Max ma senza l’effetto “punto SISAL” che avevano i Carnivore nei set fotografici. Nasty Ronnie era matto e in foto sudava testosterone sulle borchie e sulla pelle mentre le riviste metal erano piene di orrendi metrosex californiani coi capelli ossigenati e lunghissimi articoli nostalgici sui dinosauri dell’Hard Rock che gli editori ci infilavano sempre (erano un po’ i boomer dei boomer di oggi). Però si, quando il Metal era ancora un genere giovane e le incursioni nei generi erano dovuti più alle circostanze del brodo primordiale più che a qualche velleità artistica i Nasty Savage suonavano forse non la roba più aggressiva del mondo, ma suonavano con stile. Probabilmente i loro sono tra i pochi dischi che ho in casa che ho guardato più che ascoltato, visto che quella specie di proto-powermetal non è mai stato nelle mie corde.
Non è che adesso mi metto a recensire il demo che sta etichetta sta ristampando su CD con bonus track, che alla fine è una versione “beta” aperta e acerba di quel che è poi finito sui dischi. Buoni eh, però non è una cosa che mi metterei ad ascoltare oggigiorno, i dischi, figuriamoci il demotape.
Si ascolta per spirito di curiosità al limite.